Autismo – infiltrati nei social per denunciare i genitori ai servizi sociali

Autismo – infiltrati nei social per denunciare i genitori ai servizi sociali

Nei giorni scorsi la NBC News, una famosa testata giornalistica statunitense, ha riportato una notizia piuttosto particolare. Parla di persone che, dietro un falso profilo e fingendosi genitori di bambini affetti da autismo in cerca di cure alternative, si infiltravano nei gruppi riguardanti l’autismo, formati su facebook, con lo scopo di individuare e denunciare i genitori disperati in cerca di cure alternative per i loro figli malati.

 

Autismo - infiltrati nei social per denunciare i genitori ai servizi sociali

 

La cosa sorprendente è l’atteggiamento della giornalista Brandy Zadrozny nel riportare questa notizia.

La giornalista, invece di condannare, elogia le autrici della frode e sostiene apertamente il loro operato fraudolento, dipingendole come paladine della giustizia ed eroine

Le autrici della frode, Amanda Seigler, una 38enne di Florida e Melissa Eaton, 39enne di North Carolina, credono che l’autismo sia “una condizione con cause clinicamente sconosciute e senza cura” e perciò ritengono sia sbagliato cercare i rimedi.

Pertanto, quella di identificare e denunciare i genitori alla ricerca di cure e rimedi per i loro figli autistici, e nella speranza di vederli togliere i bambini dai servizi sociali, per loro era diventata una missione.

 

Le due donne probabilmente sono state ispirate da Emma Dalmayne, una sostenitrice dell’autismo e attivista contro le relative cure e trattamenti.

La Dalmayne è una controversa sostenitrice dei “diritti alla disabilità”. Essa si dichiara contraria ai “maltrattamenti”, ovvero qualsiasi trattamento curativo nei casi di autismo, in quanto, secondo il suo punto di vista, l’autismo è “genetico”, non ha “cura” e pertanto “Chiunque cerchi di curare l’autismo deve essere fortemente contrastato nel nome dei diritti di autismo.”

 

Un picco dei casi di autismo nel mondo; i numeri sono sempre più allarmanti.

Secondo l’US CDC (Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie degli Stati Uniti), l’autismo tra i bambini oggi sta aumentando ad un ritmo allarmante. Mentre il tasso di bambini con questa diagnosi nel 1980 era di circa 1 su 10.000, oggi parliamo di circa 1 bambino ogni 59 affetto da questa sindrome.

 

Le due “Catfish” ed il modus operandi

 

Autismo - infiltrati nei social per denunciare i genitori ai servizi sociali

 

Il modus operandi delle due delatrici era molto semplice; una volta creato il falso profilo, spacciandosi per madri di bambini affetti da autismo, facevano l’iscrizione nei vari gruppi facebook che trattavano questo argomento. Una volta infiltrate, istauravano varie conversazioni con altri genitori disperati, fingendo di essere loro stesse alla ricerca delle cure naturali per i loro figli. Successivamente scaricavano le conversazioni ed inviavano le risposte “compromettenti” ai Servizi di protezione dell’infanzia (CPS), nella speranza di far revocare loro la custodia dei figli.

Le due dicono di aver segnalato, a partire dal 2016 in poi, più di 100 famiglie ai servizi sociali.

 

Quanto conta ancora l’etica e quanto le leggi?

Ora, prescindendo dal argomento stesso quale l’autismo che, essendo un argomento sensibile, tuttora oggetto delle ricerche con le cause non ben definite dalle varie comunità mediche e scientifiche, è soggetto a opinioni diversificate e spesso contrastanti. Ed anche se le leggi americane relative alle azioni e frodi compiute con i falsi profili variano da stato a stato, è comunque eclatante che un qualsiasi giornalista pubblicamente possa elogiare un comportamento fraudolento, a prescindere dai motivi che l’hanno suscitato e dallo scopo finale della frode.

In Italia le leggi riguardanti le varie truffe e frodi che rientrano nei reati informatici fortunatamente sono riconosciuti come reati penali e come tali vengono puniti. Ad esempio, la legge italiana con articolo 494 del c.p. precisa:

Chiunque, al fine di procurare a sé o ad altri un vantaggio o di arrecare ad altri un danno, induce taluno in errore, sostituendo la propria all’altrui persona, o attribuendo a sé o ad altri un falso nome, o un falso stato, ovvero una qualità a cui la legge attribuisce effetti giuridici, è punito, se il fatto non costituisce un altro delitto contro la fede pubblica, con la reclusione fino a un anno

Autismo - infiltrati nei social per denunciare i genitori ai servizi sociali

 

Per chi desidera consultare l’articolo originale lo trova su link

 

(foto di lisa runnels, Gerd Altmann, Jani Juuso e Mark Filter da Pixabay)

 

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