Antinfiammatori naturali

Antinfiammatori naturali

13 antinfiammatori naturali per combattere l’infezione

 

Negli ultimi decenni, diverse ricerche scientifiche hanno portato alla luce la vera causa che si cela dietro la maggior parte delle malattie oggi presenti soprattutto nel mondo occidentale, come ad esempio il diabete, l’obesità, le malattie cardiache e le malattie infiammatorie intestinali; l’infiammazione. 

 

L’insorgere dello stato infiammatorio è fondamentale per la cura e riparazione delle lesioni fisiche e delle infezioni, ma a volte alcuni fattori possono portare alla sua cronicizzazione, la quale spesso causa malattie gravi come cancro, diabete, malattie renali, malattie del fegato, oltre ad una varietà di malattie e disordini autoimmuni.

 

La buona notizia è che nella natura esiste una varietà di rimedi efficaci nel caso dell’infiammazione, che possono notevolmente contribuire alla nostra salute; gli antinfiammatori naturali.


Una dieta
corretta è la parte integrante della lotta contro l’infiammazione ma, tuttavia, non sempre sufficiente. Fortunatamente esistono numerosi nutrienti e rimedi erboristici che, insieme alla dieta, svolgono un ruolo fondamentale nel combattere gli effetti dell’infiammazione e nel prevenire i danni da radicali liberi nel nostro corpo. In effetti, diverse ricerche hanno rilevato delle sostanze naturali, efficaci quanto i farmaci convenzionali, ed, allo stesso tempo, prive di potenziali effetti collaterali. Incorporarli nella dieta o assumerli sotto forma di integratore, aiuta a combattere l’infiammazione.

 

Scopriamo quali sono gli antinfiammatori naturali più efficaci

 

13 antinfiammatori naturali

 

Curcuma

La Curcuma è l’antinfiammatorio naturale per eccellenza più conosciuto. Al suo interno troveremo la curcumina, il principio attivo responsabile delle sue proprietà antinfiammatorie. La curcumina agisce riducendo la risposta di citochine proteiche specifiche che si sviluppano nel caso di infiammazione.

La Curcuma ha dimostrato molteplici effetti sulla nostra salute, tra cui soprattutto diversi disturbi cronici come artrite, allergie, danni epatici, arteriosclerosi, disturbi intestinali e malattie neuro-degenerative, oltre ai vari tipi di cancro.

Inoltre, curcumina è in grado di aumentare i livelli dell’ormone della crescita presente nel cervello, alla cui carenza vengono attribuiti diversi disturbi mentali, da ansia e depressione fino alla demenza e l’Alzheimer. La sua utilità si è particolarmente dimostrata valida sulle placche amiloidi, la cui presenza nel cervello è la principale causa della demenza e dell’Alzheimer.

 

Zenzero

Lo zenzero è strettamente imparentato con la curcuma ed è stato usato sia come alimento che come medicinale fin dall’antichità. È un potente antinfiammatorio, antiossidante e analgesico. Come tutti i FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei), lo zenzero inibisce l’attività degli enzimi COX, oltre alla sintesi dei principali metaboliti che prendono parte al processo infiammatorio, come leucotrieni e prostaglandine.

Inoltre, lo zenzero agisce anche sui recettori del dolore situati in tutto il sistema nervoso periferico e centrale, proiettando un’azione antidolorifica.

 

Ananas

L’ananas è un frutto tropicale originario del Sud America. Appartiene alla famiglia delle bromeliaceae ed il suo gambo è ricco di un enzima proteolitico chiamato bromelina, ovvero una molecola in grado di rompere i legami che tengono uniti gli amminoacidi nelle proteine, regolando in questo modo determinate funzioni biologiche.

Proprio grazie alla presenza di bromelina, l’ananas è particolarmente indicato nel trattamento dei processi infiammatori e, soprattutto, nel trattamento si infiammazioni come gastrite, cistite, infiammazioni del colon, emorroidi, ematomi, cellulite e traumi muscolari.

L’assunzione della bromelina non è indicato in associazione ad una terapia anticoagulante o antitrombotica in quanto potrebbe potenziarne l’effetto.

                                                               

13 antinfiammatori naturali

 

Boswellia

La Boswellia, comunemente nota come incenso indiano, ha una lunga storia di uso medicinale nelle pratiche naturali per il trattamento di vari disturbi infiammatori cronici.

Le sue proprietà antinfiammatorie sono dovute ai composti noti come acidi boswellici che riducono la formazione di leucotrieni, inibendo l’enzima 5-lipossigenasi (5-LOX), bloccando il generarsi di mediatori tipici dell’infiammazione, sia acuta che quella cronica. La Boswellia, infatti, è una delle rare forme botaniche con la capacità di combattere l’infiammazione da 5-LOX ed è pertanto indicata nel trattamento dei reumatismi, dei disturbi respiratori ed epatici.

L’assunzione di Boswellia è particolarmente indicata nel caso di infiammazioni croniche come l’artrite reumatoide e l’osteoartrite, o dell’infiammazione acuta, come tendinite, periartrite o miosite.

Inoltre, viene usata come rimedio per contrastare le patologie infiammatorie dell’intestino, tra le quali la sindrome del colon irritabile, e diverse patologie dell’apparato respiratorio come bronchite o polmonite.

 

Ashwagandha

Ashwagandha (in botanica Withania somnifera), nota anche come Ginseng indiano, è una delle piante più usate in Ayurveda, una delle medicine naturali più antiche al mondo, oggi ufficialmente integrata nel sistema sanitario nazionale indiano.

La sua azione viene classificata come adattogena in quanto aiuta il corpo ad affrontare lo stress, uno dei principali fattori di infiammazione. I suoi benefici per la salute sono dati dalla presenza dei withanolidi, un gruppo di lattoni steroidei, inibendo alcune vie infiammatorie e regolando le citochine pro-infiammatorie.

Tra le sue varie azioni benefiche per l’organismo, possiamo evidenziare la sua capacità di ridurre i livelli del cortisolo, l’ormone rilasciato dalle ghiandole surrenali in risposta allo stress, oltre alla riduzione dei livelli di zucchero nel sangue, aumentando quelli dell’insulina ed inibendo l’insulino-resistenza e l’infiammazione che essa crea all’interno dell’organismo.

Inoltre, l’Ashwagandha ha anche delle proprietà antitumorali, aumenta la produzione del testosterone e migliora la motilità e la conta spermatica negli uomini, riduce l’infiammazione della tiroide, ed in particolar modo nel caso di tiroidite da Hashimoto e di ipotiroidismo, contribuisce alla distruzione dei radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento e della riduzione delle funzioni cognitive, sopratutto nel caso delle malattie come Parkinson e Alzheimer.

 

Salsapariglia

La salsapariglia, in Italia nota anche col nome comune di “Stracciabraghe”, è un potente antinfiammatorio usato per trattare varie condizioni infiammatorie ed antireumatiche, come reumatismi, affezioni cutanee e dei disturbi renali.

In particolare viene usata nel caso di artrite reumatoide, dermatite cronica, psoriasi, eczema, infiammazione alle vie urinarie, cistite, prostatite, coliche e calcoli renali.

Gli studi hanno dimostrato che gli estratti della pianta di salsapariglia, grazie al suo contenuto di saponine steroidee, sono in grado di sopprimere molteplici cause di infiammazione, tra cui l’ossido nitrico, il fattore di necrosi tumorale-alfa e l’interleuchina-6.

 

Gotu Kola

Le proprietà antinfiammatorie della Gotu Kola, il nome indiano della Centella asiatica, detta volgarmente anche “tigre del prato”, l’hanno resa un’erba popolare preferita nel trattamento delle condizioni infiammatorie e non solo. Infatti, la pianta viene indicata nei casi di ipertensione, insufficienza venosa, emorroidi e cellulite connessa a deficienza micro-circolatoria, migliorando l’aflusso del sangue. Inoltre, è indicata nelle varie infezioni batteriche come tonsillite, epatite, ittero, herpes, colera, tubercolosi ed infezioni alle vie urinarie. Inoltre viene indicata nel trattamento delle malattie autoimmuni, come psoriasi, Lupus o asma.

La medicina Ayurvedica promuove il suo uso nei casi di stress, la principale causa scatenante dei stati infiammatori nel organismo, per i suoi benefici nel ridurre l’ansia, l’insonnia, l’agitazione e l’iperattività della mente.

La Gotu Kola possiede anche le proprietà antiossidanti ed aumenta la produzione del collagene, contrastando l’invecchiamento mantenendo i tessuti integri e più elastici.

 

13 antinfiammatori naturali

 

Artiglio del diavolo

L’artiglio del diavolo è stato usato per secoli come analgesico e antinfiammatorio. Gli studi hanno dimostrato che l’estratto di radice del Artiglio del diavolo ha la capacità di ridurre l’infiammazione inibendo le citochine infiammatorie e prevenendo il metabolismo dell’acido arachidonico e la conseguente biosintesi degli eicosanoidi, gruppo di ormoni che ne derivano, i quali contribuiscono attivamente al processo infiammatorio. 

Pertanto, l’Artiglio del diavolo è particolarmente indicato nel caso di l’aterosclerosi, l’artrite, la gotta, la tendinite, il reflusso gastroesofageo e l’emicrania.

 

NAC – la N-acetilcisteina

La N-acetilcisteina (NAC) è un derivato dell’amminoacido dietetico l-cisteina e offre numerosi benefici per la salute. È un potente antiossidante e aiuta a combattere i danni e l’infiammazione dei radicali liberi prevenendo lo stress ossidativo nel corpo. Tra le varie funzioni, supporta i livelli di glutatione nel corpo il quale regola la modulazione delle risposte immunitarie.

Inoltre, aiuta a neutralizzare i composti ossidativi prodotti da messaggeri delle cellule infiammatorie, infezioni e altre tossine, oltre a proteggere il cervello avendo la capacità di inibire la risposta infiammatoria cerebrale e protegge la barriera emato-encefalica dalla disfunzione indotta dall’infiammazione.

 

Acidi grassi omega-3

Gli acidi grassi Omega-3 riducono la produzione di molecole e sostanze legate all’infiammazione come gli icosanoidi e le citochine infiammatorie. Aiutano ad alleviare il dolore più o meno allo stesso modo dei farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), ma senza gli effetti collaterali. Gli studi hanno anche scoperto che la presenza degli acidi grassi omega-3 nell’alimentazione stimola una maggiore diversità batterica nell’intestino, ripristinando la composizione del microbiota ed aumentando la produzione di composti antinfiammatori come gli acidi grassi a catena corta, svolgendo anche un ruolo importante nel mantenimento dell’integrità della parete intestinale.

Il corpo umano non è in grado di produrre autonomamente gli acidi grassi omega-3, quindi è importante assumerli attraverso la dieta.

L’assunzione regolare di integratori di omega-3 ha dimostrato di essere efficace nel supportare e ridurre i dolori articolari e muscolari, le malattie neurologiche infiammatorie come Alzheimer e demenza, l’osteoartrite, le malattie autoimmuni come artrite reumatoide, sclerosi multipla o lupus, le malattie infiammatorie intestinali, renali e dell’apparato riproduttivo.

 

Sulforafano

Il sulforafano è un composto naturale presente soprattutto nelle piante della famiglia delle crucifere, come, ad esempio, broccoli, crescione, cavolini di Bruxelles, cavoli e cavolfiore.

La ricerca ha dimostrato che il sulforafano può ridurre significativamente i marcatori infiammatori comuni, tra cui IL-6, TNF-alfa e CRP. Una volta all’interno del corpo, il sulforafano funge dall’attivatore naturale del percorso Nrf2, la proteina che rileva i livelli di stress ossidativo e consente alle cellule di proteggersi da fattori interni ed esterni, producendo gli effetti antiossidanti, antinfiammatori e di disintossicazione.

Grazie alle sue proprietà, il sulforafano risulta particolarmente utile nella prevenzione di patologie associate al stress ossidativo e l’infiammazione, come l’invecchiamento, le malattie neuro-degenerative, malattie cardiovascolari, diabete e cancro.

 

Vitamine del gruppo B

Diverse vitamine del gruppo B hanno dimostrato di essere un fondamentale supporto per il corretto funzionamento della barriera emato-encefalica nel combattere la neuro-infiammazione e lo stress ossidativo, i quali hanno un ruolo chiave nell’insorgenza delle malattie neuro-degenerative e demielinizzanti, soprattutto come Sclerosi multipla, Alzheimer, Parkinson o demenza senile.

La funzione principale della barriera emato-encefalica è la protezione del tessuto cerebrale dagli elementi nocivi presenti nel sangue, come tossine o metalli pesanti, permettendo allo stesso tempo il passaggio di sostanze necessarie alle funzioni metaboliche. La sua integrità può essere facilmente compromessa a causa della carenza della vitamina B1 o dell’aumento dei livelli dell’Omocisteina, normalmente controllati dalla sufficiente presenza delle vitamine B6, B9 e B12.

Per questi motivi l’assunzione regolare delle vitamine del gruppo B, sia mediante la dieta, che mediante l’integrazione, è di fondamentale importanza.

 

Magnesio

Una bassa assunzione di magnesio è stata associata a una serie di malattie, tra cui diabete di tipo 2, ipertensione, malattie cardiovascolari, sindrome metabolica e cancro del colon.

La ricerca ha dimostrato che il magnesio alimentare ha effetti benefici sui marcatori infiammatori come CRP e interleuchina-6 e può, quindi, aiutare nella gestione di malattie da loro causate.

Inoltre, il magnesio aiuta a regolare la produzione di alcuni ormoni come il cortisolo, un ormone prodotto dalle ghiandole surrenali che aiuta l’organismo a gestire le situazioni di stress, la cui presenza costante può causare alcune forme di arteriosclerosi legate all’ipertensione, le quali aumentano a loro volta il rischio dell’insorgenza delle malattie cardiovascolari. Inoltre l’eccesso cronico di cortisolo nel organismo debilita il sistema immunitario e favorisce alcune patologie, come ad esempio, l’osteoporosi.

 

13 antinfiammatori naturali

 

Il fondamento della nostra buona salute è la assenza dell’infiammazione. Ciò che ingeriamo, ciò a cui esponiamo il nostro corpo e la salute del nostro intestino ne sono i pilastri più importanti.

 

Foto di cenczi, Nirmal Sarkar, DerWeg, xbqs42 da Pixabay

Soffri di ansia e attacchi di panico? Forse sei a corto di qualche vitamina

Soffri di ansia e attacchi di panico? Forse sei a corto di qualche vitamina

Attacchi di panico e ansia sono direttamente correlati alla mancanza di specifiche vitamine.

Uno studio del Okayama University Medical School potrebbe aver fatto una scoperta di inestimabile valore, la quale potrebbe aiutare a prevedere, o addirittura prevenire l’insorgenza di attacchi di panico e di iperventilazione in individui a rischio.

L’ansia oramai fa parte della vita di moltissimi di noi. Possiamo preoccuparci o provare ansia per le situazioni che si verificano nella nostra quotidianità, come ad esempio per un intervento importante al lavoro, nuove interazioni sociali o per riuscire a svolgere tutti i nostri compiti entro i tempi prestabiliti.

L’ansia in realtà è la tipica risposta naturale che ci tiene al corrente dell’importanza delle nostre azioni in tali scenari.

In queste situazioni la maggior parte delle persone è in grado di fare qualche respiro profondo e dominare i propri nervi, ma per alcuni riuscirci può essere molto più difficile e richiede molto più di qualche respiro.

 

 

Disturbo d’ansia generalizzato (GAD) e disturbo del panico sono condizioni che colpiscono molti adulti nel mondo. Gli individui con questi disturbi sperimentano sentimenti di ansia “persistenti ed esagerati” nei confronti di situazioni e preoccupazioni quotidiane.

Questi sentimenti sono difficili e, a volte, quasi impossibili da controllare e possono degenerare in qualcosa di ancora più grave, come sentimenti di enorme paura e di terrore nel caso si verifichi il panico.

Questo livello di ansia impedisce all’individuo la capacità di funzionare naturalmente durante gli impegni quotidiani di base, sia in presenza di altre persone o durante le attività lavorative. Nei casi più gravi, questi disturbi sono caratterizzati da eventi improvvisi ed imprevedibili, come attacchi di panico o attacchi di iperventilazione.

L’attacco di panico è un improvviso momento di intensa paura che causa un forte stress fisico e mentale.

Gli attacchi di solito consistono in battito cardiaco accelerato, tremore e difficoltà di respirazione ed iperventilazione. A volte questi attacchi possono essere abbastanza gravi da richiedere un immediato intervento medico.

Gli attacchi d’ansia o di panico possono essere associati ad una causa scatenante, come una persona, un luogo o un oggetto, ma il più delle volte si verificano in modo imprevedibile e senza preavviso.

Per coloro che soffrono di questo tipo di attacchi, può essere molto difficile gestirli e tenerli sotto controllo.

 

Ansia

 

Secondo i ricercatori, la causa dell’attacco è il basso livello di serotonina nel corpo. Questo neurotrasmettitore svolge un ruolo importante nel regolare il senso di felicità e di benessere. Pertanto, i livelli bassi di serotonina possono facilmente portare ad un aumento di ansia e depressione. Inoltre, la serotonina viene sintetizzata dall’amminoacido triptofano in un processo che richiede anche la presenza della vitamina B6 e del ferro.

Infatti, durante gli studi effettuati su due gruppi di persone affette di disturbi d’ansia è emerso che i soggetti carenti di vitamina B6 e di ferro mostravano una maggiore predisposizione agli attacchi di panico e iperventilazione, perdendo facilmente il controllo, a differenza dei soggetti con i livelli regolari.

Questa scoperta rappresenta un passo rivoluzionario nella comprensione dei potenziali fattori scatenanti degli attacchi di panico. Con questa nuova informazione, la possibilità di migliorare la qualità della vita a chi ne soffre, mantenendo sotto controllo i disturbi e magari prevenendo gli attacchi, diventa sempre più reale.

 

(Foto di Anemone123, Lothar Dieterich e Josh Clifford da Pixabay)

error: Non è possibile copiare il contenuto !!