Come far fruttificare l’avocado
Sei mai stato lì, a curare con amore il tuo albero di avocado, aspettando i frutti che però… …non arrivano mai? È una situazione più comune di quanto pensi e tutto ruota attorno a un piccolo grande segreto di cui oggi vi parlerò.
L’avocado, il frutto più ricco di nutrienti tra quelli noti, appartiene alla famiglia delle lauracee e si caratterizza per essere prevalentemente sempreverde.
Questo albero è un residuo di antiche ere evolutive, avrebbe dovuto scomparire quando si estinsero le creature che, nutrendosi di esso, ne diffondevano i vasti semi.
Fortunatamente, ciò non è avvenuto. Comune in Europa e nel Nord America durante l’era glaciale, l’avocado è riuscito a persistere in Messico, da dove poi si è espanso.
Ma la cosa che rende ancora più sorprendente questo frutto è proprio il modo di riprodursi.
Proprio come in un romanzo in stile fantasy che molte persone ricorderanno, il famoso LadyHawke dove un coraggioso cavaliere di nome Navarre e una bella signora di nome Isabeau. erano innamorati, ma un cattivo mago, geloso del loro amore lanciò su di loro una terribile maledizione.
A causa di questa maledizione, durante il giorno Isabeau si trasformava in un magnifico falco, mentre di notte, quando il sole tramontava, era Navarre a trasformarsi in un feroce lupo.
Così, Navarre e Isabeau non potevano mai stare insieme come due persone.
L’esempio calza alla perfezione in analogia con il comportamento della pianta dell’avocado. Infatti, l’avocado è una pianta particolare: ha sia fiori maschili che femminili sullo stesso albero, il che teoricamente permetterebbe di autoimpollinarsi.
Tuttavia, il processo non è così semplice come sembra.
I fiori dell’avocado si comportano in modo un po’ insolito, cambiando il loro sesso durante il giorno, in un ciclo che dura circa 36 ore.
Le piante dell’avocado si distinguono in due gruppi il gruppo A ed il gruppo B.
Ora cerchiamo di capire le differenze:
le piante del gruppo A, quando la pianta è in fioritura, il fiore il mattino si apre, ed anche se questo fiore possiede sia organi maschili che femminili, il mattino rimarranno attivi solamente gli organi femminili.
Fiore Avocado Femminile
La parte maschile è lì ferma, non riesce a dar polline, mentre il fiore femminile con il suo ovario è pronto a ricevere il polline.
In questo momento, quindi la mattina, la pianta del gruppo A si comporta come una pianta femminile.
Passeranno poi le ore, arriverà l’ora di pranzo ed il fiore inizia a chiudersi, si chiude in un modo molto serrato, e rimarrà chiuso per tutto il pomeriggio e per tutta la notte, e rimarrà chiuso anche il mattino successivo.
Poi quando è il pomeriggio invece si aprirà di nuovo, ma non sarà più un fiore femminile, perché la parte dell’ovario rimarrà invece protetta, invece la parte maschile sarà pronta a dare polline.
Fiore Avocado Maschile
Ecco che nel pomeriggio del giorno successivo la pianta si comporta come una pianta maschio. Passano di nuovo le ore e quando è la tarda serata il fiore maschio ricomincerà a chiudersi e con questo ciclo, che dura circa 36 ore, se il fiore è stato impollinato verrà fuori il frutto, nascerà questo bel frutto gustoso e cremoso, altrimenti il fiore cadrà.
Le piante invece appartenente al gruppo B praticamente si comportano all’opposto, il mattino il fiore si apre e avrà polline da dare, il fiore nel suo aspetto maschile, poi arriverà verso l’ora di pranzo il fiore si chiude e rimarrà chiuso per tutto il pomeriggio, tutta la notte, fino al giorno successivo, poi quando è il pomeriggio invece lui si aprirà e questa volta sarà un fiore femminile, pronto a ricevere polline.
Quando si avvicina l’ora di pranzo il fiore di nuovo si richiude e rimarrà chiuso e non si aprirà più, se è stato impollinato nascerà un frutto, se non è stato impollinato purtroppo cadrà.
In genere questa alternanza dalle piante è abbastanza frequente, perché dalla mescolanza genetica naturale, la pianta che nascerà da quel frutto è sicuramente più forte e più robusta.
Per avere successo nella fruttificazione, se hai una pianta di tipo A, avrai bisogno di una pianta di tipo B nelle vicinanze (50 – 60 metri), e viceversa, per assicurare che il polline venga trasportato da un fiore all’altro, generalmente grazie agli insetti impollinatori
Se le piante sono troppo distanti, l’unico rimedio utile è ricorrere all’innesto per garantire la diversità genetica necessaria per la produzione di frutti.
Capire quale tipo di pianta hai potrebbe essere un po’ complicato, ma in realtà è molto semplice.
Osservando i tuoi fiori nel pomeriggio per determinare il loro “genere” mattutino e pomeridiano, basandoti sulle caratteristiche che ti ho descritto.
Ora, passiamo al guacamole, la salsa più amata che si fa con l’avocado.
Il bello del guacamole è che puoi adattarlo ai tuoi gusti. Parti schiacciando bene la polpa di avocado maturo, poi aggiungi succo di limone, sale, e peperoncino a piacere. Da lì, puoi arricchire con cipolla tritata, pomodori a cubetti, coriandolo fresco, e persino un pizzico di aglio.
Mescola tutto insieme e hai ottenuto una salsa cremosa e ricca di sapore, perfetta per accompagnare nachos, tacos, o semplicemente da gustare con delle buone fette di pane tostato.
Così, non solo hai imparato a rendere più produttiva la tua pianta di avocado, ma puoi anche goderti il frutto del tuo lavoro in una delle maniere più deliziose possibili!
Sono una naturopata, studiosa di nutrizione e appassionata di medicine naturali e terapie alternative. Da sempre, mi dedico con passione all’esame e alla valutazione delle notizie provenienti da tutto il mondo riguardanti la scienza, la ricerca e i nuovi traguardi nel campo della salute e del benessere psicofisico della persona.
Il mio grande interesse per il mondo medico e della salute è nato con la nascita di mia figlia, una bimba meravigliosa che ha trasformato la mia curiosità iniziale in una vera e propria passione. Dopo aver sperimentato in diverse occasioni l’inefficacia e, talvolta, la dannosità di alcuni medicinali di routine, ho iniziato a cercare rimedi alternativi, esplorando le risorse che la natura ci offre.
Pur rispettando profondamente la scienza e la medicina tradizionale, ho scoperto che spesso la miglior risposta ai nostri problemi di salute si trova proprio davanti ai nostri occhi: nella natura. Il fulcro delle mie teorie si basa sull’osservazione acuta della natura e dei suoi infiniti principi e processi. Sono convinta che applicando la ricerca scientifica a questi principi naturali, possiamo ottenere il rimedio ideale e perfetto per molte affezioni.
Come disse Ippocrate, il padre della medicina: “Fa che il cibo sia la tua medicina e la medicina sia il tuo cibo. La natura è il medico delle malattie. Il medico deve solo seguirne gli insegnamenti.”
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