Ibuprofene e Ketoprofene – farmaci che curano o che ammalano di più

Ibuprofene e Ketoprofene – farmaci che curano o che ammalano di più
Ibuprofene e Ketoprofene – farmaci che curano o che ammalano di più
Pubblicato il : 25 Maggio 2019

Ibuprofene e ketoprofene amplificano gli effetti di batteri come lo streptococco e aggravano le infezioni.

Penso ormai sia impossibile guardare un bel film o un’interessante trasmissione televisiva, senza essere continuamente interrotti dagli spot pubblicitari. Pubblicizzano di tutto e di più; dalle scarpe agli ultimi modelli dei telefonini, ma sicuramente un buon numero delle inserzioni riguarda i farmaci.

Ultimamente è comparso uno spot nel quale veniva pubblicizzato un farmaco da prendere in caso di mal di testa; ma non il solito farmaco per il solito mal di testa; ogni mal di testa ha un farmaco diverso. Beh, pensai la prima volta che l’avevo visto, qui oramai per prima cosa bisogna avere una diagnosi precisa, mica basta dire “mi duole la testa”. Tanto lo so che avete indovinato di cosa sto parlando; l’antidolorifico d’eccellenza; l’Ibuprofene.

Eppure ora emerge, secondo le ricerche effettuate dall’Agenzia Francese per la Sicurezza dei Medicinali e dei Prodotti Sanitari (ANSM), che i due noti farmaci, largamente pubblicizzati ed utilizzati, l’ibuprofene e ketoprofene, possono aggravare le stesse infezioni che dovrebbero curare.

Dettagli sulle Scoperte dell’ANSM

L’Agenzia Francese per la Sicurezza dei Medicinali e dei Prodotti Sanitari (ANSM) ha condotto ricerche approfondite per valutare gli effetti di due noti farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS), l’ibuprofene e il ketoprofene, in presenza di infezioni batteriche. Questi studi sono stati motivati dall’aumento delle segnalazioni di complicazioni infettive gravi associate all’uso di questi farmaci.

Gli studi dell’ANSM hanno rivelato che l’ibuprofene e il ketoprofene, invece di alleviare le infezioni, possono in realtà peggiorarle, soprattutto in caso di infezioni causate da batteri come lo streptococco e il pneumococco. Questi batteri, noti per causare malattie comuni come la rinofaringite, l’otite, la tosse, le infezioni polmonari e le lesioni cutanee, possono diventare più aggressivi e difficili da trattare quando i pazienti assumono questi FANS.

Uno dei meccanismi sospettati è che l’ibuprofene e il ketoprofene possano sopprimere alcune delle risposte immunitarie del corpo, riducendo l’infiammazione ma allo stesso tempo consentendo ai batteri di proliferare indisturbati. Questa soppressione del sistema immunitario può portare a un peggioramento delle infezioni, rendendo i batteri più virulenti e difficili da eradicare con le terapie antibiotiche standard.

Per arrivare a queste conclusioni, l’ANSM ha analizzato una vasta gamma di dati clinici e segnalazioni di eventi avversi raccolti negli ultimi anni. Sono stati esaminati casi in cui pazienti con infezioni comuni avevano assunto ibuprofene o ketoprofene e successivamente sviluppato complicazioni severe. Gli studi hanno anche coinvolto test di laboratorio e sperimentazioni in modelli animali per comprendere meglio l’interazione tra questi farmaci e i batteri patogeni.

I risultati sono stati sorprendenti: in molti casi, l’uso di questi FANS ha portato a un aggravamento delle condizioni iniziali, con infezioni che si sono diffuse più rapidamente e in modo più grave rispetto ai pazienti che non avevano assunto questi farmaci. Questo ha portato l’ANSM a emettere avvisi e raccomandazioni sia per gli operatori sanitari che per i pazienti, sottolineando la necessità di evitare l’uso di ibuprofene e ketoprofene in presenza di infezioni batteriche.

L’ANSM ha inoltre collaborato con altre agenzie di regolamentazione sanitaria a livello europeo per avviare un’indagine più ampia e coordinata. L’obiettivo è sviluppare linee guida aggiornate sull’uso di questi farmaci, garantendo che i pazienti ricevano le cure più sicure ed efficaci possibili.

In conclusione, le scoperte dell’ANSM rappresentano un importante passo avanti nella comprensione degli effetti dei FANS sulle infezioni batteriche. Mentre l’ibuprofene e il ketoprofene rimangono farmaci efficaci per il trattamento del dolore e dell’infiammazione, è essenziale che siano utilizzati con cautela e sotto supervisione medica, soprattutto in presenza di infezioni batteriche.

Ancora nel 2015, l’Agenzia europea per i medicinali (EMA), aveva già messo in guardia sui rischi cardiovascolari conseguenti al consumo di questi farmaci, verificatisi soprattutto nei bambini.

L’ibuprofene e ketoprofene sono farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) e solitamente vengono utilizzati in caso di mal di testa, dolore o febbre, nei casi di infezioni come la tonsillite, faringite e otite, ed anche nel caso delle lesioni cutanee. L’ibuprofene, dopo il paracetamolo, è uno dei analgesici più usati nei paesi europei.

Le ricerche dell’ANSM hanno portato alla luce il fatto che ci sono una serie di infezioni, in particolare causate da batteri come pneumococco o streptococco, i quali, anziché essere curate, con l’uso di questi anti-infiammatori tendono addirittura ad aggravarsi, amplificando i loro effetti.

In questo contesto, l’agenzia ha messo in guardia sia gli operatori sanitari che i pazienti sul rischio di complicazioni infettive e possibili gravi conseguenze per la salute con l’utilizzo di questi farmaci, i quali non andrebbero usati nei casi di infezione.

Non vi sono menzioni per quanto riguarda il loro utilizzo nei casi del mal di testa o dolore, ma in ogni caso, come d’altronde tutti i farmaci, è meglio usarli con cautela.

fonte: articolo dell’ente ANSM

(Foto di Steve Buissinne da Pixabay)

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Lana Autrice degli articoli in Scienze della Salute

Sono una naturopata, studiosa di nutrizione e appassionata di medicine naturali e terapie alternative. Da sempre, mi dedico con passione all’esame e alla valutazione delle notizie provenienti da tutto il mondo riguardanti la scienza, la ricerca e i nuovi traguardi nel campo della salute e del benessere psicofisico della persona.

Il mio grande interesse per il mondo medico e della salute è nato con la nascita di mia figlia, una bimba meravigliosa che ha trasformato la mia curiosità iniziale in una vera e propria passione. Dopo aver sperimentato in diverse occasioni l’inefficacia e, talvolta, la dannosità di alcuni medicinali di routine, ho iniziato a cercare rimedi alternativi, esplorando le risorse che la natura ci offre.

Pur rispettando profondamente la scienza e la medicina tradizionale, ho scoperto che spesso la miglior risposta ai nostri problemi di salute si trova proprio davanti ai nostri occhi: nella natura. Il fulcro delle mie teorie si basa sull’osservazione acuta della natura e dei suoi infiniti principi e processi. Sono convinta che applicando la ricerca scientifica a questi principi naturali, possiamo ottenere il rimedio ideale e perfetto per molte affezioni.

Come disse Ippocrate, il padre della medicina: “Fa che il cibo sia la tua medicina e la medicina sia il tuo cibo. La natura è il medico delle malattie. Il medico deve solo seguirne gli insegnamenti.”

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