Khara-Khoto – un impero perduto nel Deserto del Gobi

Khara-Khoto, un impero perduto nel Deserto del Gobi
Pubblicato il : 7 Novembre 2022

Khara-Khoto, Deserto del Gobi, Mongolia

 

Nella zona più occidentale della Mongolia, nel mezzo del deserto del Gobi, c’era un tempo un prospero regno. Khara-Khoto, la capitale dell’antico impero dei Tanguti, era un autentico antico gioiello sulla Via della Seta; un importante centro di istruzione religiosa, di arte e di commercio. Ma tutto ciò che ne resta ora da questo impero perduto sono solo alcuni edifici in fango sbiaditi dal sole e le alte mura che avvolgono ciò che resta dell’antica città.

 

Khara-Khoto, un impero perduto nel Deserto del Gobi


Khara-Khoto,
che in mongolo significava Città nera”, fu fondata nel 1032 d.C. come capitale della dinastia Xia Occidentale e presto divenne un fiorente polo commerciale e culturale dell’area. La fortuna della città fu legata particolarmente alle carovane di mercanti che vi facevano sosta andando dalla Cina verso Occidente.

 

Nel 1226 la città fu conquistata da Gengis Kahn e la sua Orda d’oro, ma invece di devastarla, come solitamente facevano con le città conquistate, vi si insediarono.

 

Dominio Mongolo nel Deserto del Gobi

 

Khara-Khoto, sotto il dominio mongolo, prosperò ulteriormente ed ebbe un periodo molto fiorente. Durante il periodo di Kublai Khan, la città si espanse fino a tre volte la sua dimensione originale e fu persino menzionata da Marco Polo nel suo diario di viaggio con il nome “Tangut di Etzin” o Etzina.


Sotto i
l dominio dei Mongoli, il popolo di Khara-Khoto poté godere di un’esistenza pacifica per quasi 150 anni, fino al 1372 quando la dinastia Ming pose la città sotto l’assedio.

 

Khara-Khoto, un impero perduto nel Deserto del Gobi

 

Khara-Khoto – la fine di un impero nel Deserto del Gobi

 

Nessuno sa esattamente come cadde Khara-Khoto, ma la leggenda locale narra che gli astuti sovrani Ming deviarono il corso del fiume Ejin che scorreva appena fuori dalle mura della fortezza, l’unica fonte d’acqua della città, e mentre le truppe Ming conquistavano la città senza mai aver bisogno di mettere piede all’interno delle sue mura, gli abitanti di Khara-Khoto dovettero fare una scelta terribile; morire di sete o affrontare i soldati Ming in combattimento.


Quando i soldati Ming alla fine attaccarono, massacrarono non solo la popolazione rimanente, ma
anche tutto il bestiame e devastarono la città. Dopo questa sconfitta, Khara-Khoto fu abbandonata e cadde in rovina.

 

La città inghiottita dal deserto


La scoperta dei resti dell’antica capitale del impero Xia peduto nelle sabbie dorate del Deserto del Gobi fu all’inizio del XX secolo
da parte di una spedizione russa e già i primi scavi nella Khara-Khoto portarono alla luce oltre 2.000 libri, pergamene e manoscritti scritti in caratteri e lingua Tangut, costituendo una base per la ricerca della sua comprensione. Successivamente vi furono trovate molte altre migliaia di manoscritti, libri, vari oggetti di uso quotidiano, attrezzi e strumenti, oltre agli innumerevoli oggetti di arte religiosa.

 

La maggior parte degli oggetti ritrovati durante le prime spedizioni oggi si trovano nel Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo in Russia.


Tutto ciò che oggi resta di questa grande città sono i suoi bastioni alti 10 metri, alcune pagode e, appena fuori le mura della città, quella che sembra essere stata una moschea, indicando una probabile presenza di persone di religione musulmana tra gli antichi abitanti della Khara-Khoto.

 

Khara-Khoto, un impero perduto nel Deserto del Gobi

 

Passeggiare tra i bastioni di questo antico impero perduto nel deserto del Gobi, le mura della Khara-Khoto non possono che invocare nella mente le immagini, fragranze e colori dei tempi in cui il cuore della città batteva sotto l’ala del benessere e floridezza.

 

Khara-Khoto, un impero perduto nel Deserto del Gobi

 

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Lana Autrice degli articoli in Scienze della Salute

Sono una naturopata, studiosa di nutrizione e appassionata di medicine naturali e terapie alternative. Da sempre, mi dedico con passione all’esame e alla valutazione delle notizie provenienti da tutto il mondo riguardanti la scienza, la ricerca e i nuovi traguardi nel campo della salute e del benessere psicofisico della persona.

Il mio grande interesse per il mondo medico e della salute è nato con la nascita di mia figlia, una bimba meravigliosa che ha trasformato la mia curiosità iniziale in una vera e propria passione. Dopo aver sperimentato in diverse occasioni l’inefficacia e, talvolta, la dannosità di alcuni medicinali di routine, ho iniziato a cercare rimedi alternativi, esplorando le risorse che la natura ci offre.

Pur rispettando profondamente la scienza e la medicina tradizionale, ho scoperto che spesso la miglior risposta ai nostri problemi di salute si trova proprio davanti ai nostri occhi: nella natura. Il fulcro delle mie teorie si basa sull’osservazione acuta della natura e dei suoi infiniti principi e processi. Sono convinta che applicando la ricerca scientifica a questi principi naturali, possiamo ottenere il rimedio ideale e perfetto per molte affezioni.

Come disse Ippocrate, il padre della medicina: “Fa che il cibo sia la tua medicina e la medicina sia il tuo cibo. La natura è il medico delle malattie. Il medico deve solo seguirne gli insegnamenti.”

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